
Una delle tante schede di questa sezione, curate dai Micologi : Giorgio Materozzi & Giovanni di Bella (Antico romano & Giovanni)

Amanita caesarea (Scop.) Pers., Syn. meth. fung. (Göttingen) 2: 252 (1801)
Posizione nella classificazione:
Regno Fungi, Phylum Basidiomycota, Classe Agaricomycetes, Subclasse Agaricomycetidae, Ordine Agaricales, Famiglia Amanitaceae, Genere Amanita
Nome corrente: Amanita caesarea (Scop.) Pers.
Sinomimi:
Agaricus aurantiacus Bull., Herb. Fr. 3: 666, tab. 120 (1783) [1782-83]
Agaricus aureus Batsch, Elench. fung., cont. prim. (Halle): 57 (1783)
Agaricus caesareus Schaeff., Fung. Bavar. Palat. 4: 64 (1774)
Agaricus caesareus Scop., Fl. carniol., Edn 2 (Wien) 2: 419 (1772)
Amanita aurantia Lam., Encycl. Méth. Bot. (Paris) 1(1): 111 (1783)
Amanita aurantiaca Pers., Syn. meth. fung. (Göttingen) 2: 252 (1801)
Fungus caesareus (Schaeff.) Kuntze, Revis. gen. pl. (Leipzig) 3(2): 479 (1898)
Venenarius caesareus (Scop.) Murrill, Mycologia 5(2): 73 (1913)
Volvoamanita caesarea (Scop.) E. Horak, Pilz- und Kräuterfreund 10: 230 (1968)
Varietà e forme:
Amanita caesarea f. alba (Gillet) E.-J. Gilbert 1918;
Amanita caesarea f. caesarea (Scop.) Pers. 1801;
Amanita caesarea f. lutea (Gillet) Neville & Poumarat 2004;
Amanita caesarea f.sp. americana E.-J. Gilbert 1941;
Amanita caesarea var. alba Gillet 1874;
Amanita caesarea var. aurantia Gillet 1874;
Amanita caesarea var. caesarea (Scop.) Pers. 1801;
Amanita caesarea var. caesareoides (Lj.N. Vassiljeva) Wasser 1988;
Amanita caesarea var. lutea Gillet 1874;
Amanita caesarea var. rubra Gillet 1874;
Inquadramento sistematico della specie:
Famiglia Amantaceae, Genere Amanita, Sottogenere Amanita, Sezione Caesareae.
Riferimento:
“AMANITEAE-Amanita, Limacella e Torrendia)” di di P.Neville e E. Poumarat. Edizioni Candusso
“Il Genere Amanita in Italia” di Mido Traverso, ed. A.M.E.R. Associazione Micologica Ecologica Romana, pag. 34
“Funghi” di Antonio Gennari (Libro rosso) edito in proprio, pag. 123
“I Funghi, guida….” Di G. Materozzi, A.De Angelis e G. Di Massimo, ed. Hoepli, pag. 47
Principali caratteri macroscopici:
Cappello: 6÷18 cm. Negli stadi iniziali tutto il fungo è protetto da un velo generale (volva) bianco che lo fa somigliare ad un uovo, come altre specie appartenenti al genere Amanita. Con la maturazione da globoso diventa emisferico fino ad appianato. Di colore rosso arancio ± vivace, raramente vi si possono osservare residui del velo generale, se non in forma di ampie placche membranose, facilmente detersibili. Il margine presenta una striatura evidente anche in esemplari molto giovani.
Lamelle: unica specie del genere Amanita ad averle di colore giallo oro, sono fitte, libere, intercalate da lamellule tronche.
Sporata: la sporata in massa, pur essendo in presenza di un imenoforo completamente giallo, è di colore bianco come in tutte le Specie del genere Amanita.
Gambo: cilindrico, robusto e slanciato. Anch’esso di colore giallo, non è bulboso alla base ed è agevolmente separabile dal cappello. Anello anch’esso giallo, ampio, ricadente e membranoso, striato, residuo di un velo parziale che protegge negli esemplari non maturi, la parte fertile del carpoforo (le lamelle). Alla base si trovano i residui di un velo generale (la volva), bianco, ampio, spesso e membranoso, con il bordo libero.
Carne: gialla in superficie, bianca internamente.
Odore e sapore: odore e sapori lievi ma decisamente gradevoli.
Principali caratteri microscopici:
Spore: di forma ovoidale, non amiloidi, 9÷12x 6÷9 µm.
Habitat: esige terreni caldi ed asciutti, cresce in estate e in autunno soprattutto nei boschi di castagno, cerro e roverella, quercia da sughero, ad altitudini inferiori agli 800÷900 m. Più raramente sotto leccio o nelle faggete di bassa quota. In Sardegna l’ho personalmente trovato anche in pineta pressoché pura, ma con molto cisto nel sottobosco.
Note:
COMMESTIBILE. E’ una delle principali specie pregiate, oggetto di accanita ricerca; è uno dei pochissimi funghi da consumare crudi, seppure in piccole quantità. Nello stadio di ovulo si possono verificare tragiche confusioni con A. phalloides e altre Amanite velenose. L’ osservazione del colore delle lamelle e del gambo consente una determinazione certa. Su tutto il territorio nazionale ne è vietata la raccolta allo stadio di ovulo chiuso.
Spesso questo fungo viene parassitato da un altro fungo: la Mycogone rosea Link (ultime 4 foto), che invade soprattutto le lamelle, ma non solo, modificando morfologicamente il carpoforo, , rendendolo tumido e grasso, elevandone il peso specifico. Gli esemplari così parassitati, non devono essere consumati, anche se in alcune zone ciò ci risulta avvenga. (le ultime foto mostrano carpofori attaccati dalla Mycogone rosea)